Versi di Dante Marrocco                             Home page

 

 

Tormento

 

I sogni, il silenzio, il mistero,

il triste abbandono cantavo,

allor che d’estate guardavo

le stelle tremanti nel ciel,

 

allor che al calore gioivo

di torrido sole radioso,

allor che con cuore animoso

usavo le vette scalar!

 

Se l’alma era triste in quei giorni,

tristezza era calma e sognante:

non reca una vita vibrante

ed attiva, dolore e mister.

 

Novembre, in un velo di nebbia

nascosto quel sole splendente,

col funebre manto coprente

le cose, mi porta un languor.

 

Mi porta l’insonne tormento

di nera e piovosa nottata,

riporta una cura obliata,

più acuta la mente a ferir…

 

E penso che manca al mio cuore

qualcosa che stento a sognare,

che forse non posso sperare

che venga raggiunta da me.

 

Di viver desio non avevo

allora che libera vita

vivevo, nel sogno rapita,

nel bacio infocato del sol…

 

ma or che silenzio e languore

m’avvolser d’ignota paura,

io temo la morte e l’oscura

vicenda dell’alma al morir.

 

No! Vivere voglio, sognare,

cantare, sentire la gioia,

cacciare quell’orrida noia

che oppresso mi tiene in timor!

 

E fremere voglio d’amore,

nel riso di donna gioire

e voglio in ebbrezza sopire

il cuore, e ‘l pensiero annebbiar.

 

Momenti di calma e di pace

avrò, da poter ignorare

che un vuoto infinito m’appare,

e tenebra, e freddo, ed orror…

 

Versi di Dante Marrocco                             Home page